M'infilo anch'io in queste splendide recensioni ( ciao Bolly
).
Avrei voluto tanto farlo ieri sera, al termine dell'opera, ma la famiglia reclamava la nanna
Dunque...
Sono pienamente d'accordo con le considerazioni fatte da Bolly in merito a Gio'.
A volte aveva uno sguardo così truce da inquietare parecchio.
Anch'io ho notato accenti di Quasimodo al termine, ma avevo paura d'essere influenzata da Balla mia Esmeralda. Per il resto dieci e lode, voce e presenza scenica
Per quanto riguarda Graziano, a me è piaciuto molto
Ha reso Renzo come in realtà è nel testo, un giovane uomo innamorato, un po' in balia degli eventi. Mi ha messo i brividi cantando " Ecco Milano ": che campanilista che sono
Certo che con la camicina bianca e la ferita al petto, in NdP, faceva più sangue: con le galline in mano, diciamocelo, è un tantino meno sexy
Lucia, invece, non mi convince.
Non mi era piaciuta alla presentazione dell'Opera al Duomo di Milano e non mi è piaciuta ieri sera.
Spesso " soffia " il canto e non ha un timbro di voce particolare.
Magari era a causa dei ventimila spettatori, chissà...
Vittorio è sempre lui, l'istrione, la crudeltà fatta ad personam
Che brividi durante il duetto " salvifico ": una gara di potenza e uno scontro di contrapposte personalità non indifferente.
Su Lola ho avuto anch'io qualche perplessità
Il trucco, fino a che era vestita da suora, ci stava come i cavoli a merenda.
Però il duetto con se stessa bambina è stato molto bello e drammatico ed ha liberato qualche accento della passata Esmeralda ingabbiata. Gran bella voce, invece, il suo amante: timbro pulito, poche battute ma è un personaggio che resta impresso nella mente
Spettacolare Chiara Luppi: averla rivista mi ha fatto nuovamente piangere. Incredibile lo strazio che riesce a trasmettere. Tutta quella scena della peste, con il tema precedentemente gioioso di Milano ed ora cupamente replicato, è da pelle d'oca. Voto dieci e lode
Bravo anche Don Abbondio, " pescato "dall'opera lirica con giusta causa.
Per quanto riguarda i costumi, li ho trovati un po' " ingoffanti ". Però, riflettendoci meglio, rispecchiavano in pieno l'epoca. Mentre in NdP dovevano simbolicamente caratterizzare i personaggi, così come le scenografie, in questo specifico caso li ho trovati classicamente molto aderenti alla realtà, in piena simbiosi con i paesaggi rappresentati.
Riallacciandomi a questo parallelismo con l'Opera da noi tanto amata, NdP, penso che anche la struttura musicale ricalchi l'intento degli autori di non discostarsi più di tanto dalla base classica e di non osare troppo.
Molta melodia, spesso in tonalità maggiore, con risoluzioni armoniche abbastanza classiche ( scarsi passaggi diminuiti o eccedenti, finale di ogni brano con cadenza dominante-tonica per dare la possibilità al cantante di sfoggiare l'acuto ). Spesso gli arrangiamenti facevano l'eco agli anni '60, melodiosi e poco ritmici. Cocciante, in NdP, è riuscito a creare una maggiore diversità tra i brani, legandoli tra di loro ed evitando le melodie scontate. Ho notato che ne I Promessi Sposi c'è una dominanza del coro, soprattutto nel primo atto. Infatti ho preferito il secondo atto, con le riprese dei temi in chiave solistica o in duetto.
Ed è un peccato, a mio parere, non avere sfruttato appieno le potenzialità dei singoli cantanti in qualche " voce fuori dal coro " ( mi riferisco, ad esempio, alla splendida voce di Matteo che esce, sopra tutte le altre, in "Liberi " in NdP ): l'autore sarebbe riuscito a variare maggiormente i numerosi brani d'insieme. Ultima annotazione per i cori: partivano spesso già " pieni ", al massimo della loro esplosione, senza un giusto crescendo di tensione e restavano così per tutto il brano.
In complesso, I Promessi Sposi mi hanno emozionato, non tanto quanto NdP, però abbastanza da avere voglia di risentirli e rivederli. Purtroppo, per noi amanti del genere, il confronto con l'Opera di Cocciante c'è ed è inevitabile che ci sia. Questo è lo scotto che devono pagare I Promessi Sposi, a maggior ragione essendosi avvalsi di alcuni degli interpreti di NdP.
Ci sarebbe stato posto per Matteo? Non so...
Per la sua bella voce, sarebbe stato riduttivo fare l'amante della monaca di Monza. Forse, se non ci fosse stato Graziano, avrebbe potuto avere il ruolo di Renzo. Lo aspettiamo, quindi, in Casanova
C'è stato un'interprete, però, che ha surclassato tutti, per classe e spontaneità: l'asino
Quindi, avendo voglia di rivederlo, tra oggi e domani prenoto i biglietti per l'Arcimboldi.
Certo che ho voglia di rivederlo.
Non si era capito?
L'asino, intendo