Ok, va bene...confesso...
A 13 anni ho partecipato alla Stramilano, 15 Km per le vie della città; era, forse, la terza o quarta edizione ed io, con altri cinquantamila persone, ho partecipato con entusiasmo.
Giornata splendida, polpacci in forma, pettorina indosso e via.....
Naturalmente ho percorso i primi 500 metri di corsa, come tutti; dopo primo chilometro ho rallentato, fermandomi sempre più spesso ai ristori, già scippati di tutte le bibite dagli altri quarantanovemilanovecentonovantanove.
Con un'arsura bestia e le prime vesciche ai piedi, ho avuto la mia prima allucinazione, Nostra Signora della Stramilano che mi diceva che la fine era vicina. Fraintendendo il senso di cio', pensai di trovarmi al quattordicesimo chilometro.
Niente di più falso. Ne avevo percorsi solamente due. Persino i passeggini mi superavano.
Con la lingua secca come una bistecca e le vesciche che ormai fuoriuscivano dalle stringhe delle scarpe, ho arrancato, usando ginocchia e gomiti, sino all'arrivo, dentro l'Arena di Milano.
Tempo massimo disponibile: 5 ore.
Tempo impiegato da me: 4 ore e 52 minuti.
L'anno seguente, nonostante il trauma di quello precendente, ho deciso di replicare la tortura con la grande aspirazione di migliorare la mia performance.
Quindi stesse scarpe, stessa maglietta ovviamente lavata e stesso entusiasmo.
Si riparte e via.....!
Al settimo chilometro ho pensato di rifugiarmi in un bar e di darmi per dispersa, ma la diserzione non era ammessa.
Al decimo chilometro ho puntato un'ambulanza sperando che mi ricoverassero d'urgenza, ma la cardiopatia in atto, l'apnea e il passaggio dal 36 all'88 di piede non potevano essere delle valide scuse per ambire alla barella.
L'Arena di Milano non mi è mai sembrata così bella, come un'oasi nel deserto.
Tempo finale: 4 ore e 51 minuti!
Incredibile! Avevo migliorato di ben 1 minuto la mia performance dell'anno precedente.
Tronfia del mio successo personale, non mi sono accorta di una cosa: avevano chiuso i portoni dell'Arena dietro di me.
Ero arrivata ultima.